Il lavoro ripetitivo può essere un lavoro di qualità?
Un lavoro di qualità è fondamentale per assicurare che lavoratrici e lavoratori lo svolgano con motivazione e impegno e, quindi, con risultati migliori.
È una responsabilità che le organizzazioni e i capi hanno nei confronti dei Cittadini, per garantire il livello di servizio migliore possibile con le risorse a disposizione.
Ma è una responsabilità che le organizzazioni e i capi hanno anche nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, perché la nostra Costituzione si richiama ad un lavoro che sia di qualità, non alienante e attraverso il quale le
Cittadine e i Cittadini possano autorealizzarsi.
Eppure, i lavori ripetitivi esistono e qualcuno li deve svolgere.
A fronte di un lavoro ripetitivo, siamo abituati a pensare a temi importantissimi quali la generazione di senso o il clima organizzativo.
Un interessantissimo articolo (Meaningful Work Through Craft) ci suggerisce altre leve a disposizione dei capi.
Gli autori hanno osservato per 8 mesi dei lavoratori francesi coinvolti in ruoli operativi e hanno scoperto che le persone rendono più interessante il proprio lavoro “creando” delle discontinuità nella routine.
In particolare, le persone usano tre strategie:
1. si auto-assegnano degli standard qualitativi per innalzare il grado di autonomia;
2. scoprono modi per ottimizzare il lavoro in modo da incrementare l’autonomia e ricevere riconoscimenti da parte dei colleghi;
3. si attivano per dimostrare una padronanza informale dei propri compiti al fine di ottenere autonomia e riconoscimento da parte dei supervisori.
Quali indicazioni operative possiamo trarre da questa scoperta?
La considerazione generale più importante è che nel definire gli obiettivi, le procedure e gli standard qualitativi, è importante trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di definire standard puntuali – affinché le indicazioni siano chiare per chi deve lavorare e la qualità del risultato sia uguale a prescindere da chi lo sta producendo – e quella di lasciare dei margini di autonomia alle lavoratrici e ai lavoratori.
Lasciare spazio per una piccola autodeterminazione degli standard permette non solo di “movimentare” il lavoro, ma consente anche alle lavoratrici e ai lavoratori di sentire il lavoro come proprio, innalzando quindi i livelli di identificazione e responsabilizzazione e, di conseguenza, di performance.
Un’altra iniziativa che può essere attivata consiste nel dare visibilità ai risultati particolarmente buoni, invitando chi li ha ottenuti a condividere la propria best practice, consentendo così un riconoscimento da parte dei colleghi e dei capi. Questa operazione, inoltre, innalza il livello di performance della struttura, grazie all’emulazione delle modalità operative più efficaci.
Rostain, M., Clarke, J. 2024 Meaningful Work Through Craft: How workers in low-skilled roles engage in anomalous craft to gain autonomy and receive recognition; Organization Studies 2025, Vol. 46(1) 7–34